Giornata mondiale del malato, l’importanza del rapporto medico-paziente
La cura e il sostegno delle persone malate è fondamentale perché ogni vita è degna di essere vissuta ed è un impegno sociale, culturale e politico assicurarsene. Nella malattia è importante non dimenticare mai l’aspetto umano. L’11 febbraio si celebra la Giornata mondiale del malato, istituita da Giovanni Paolo II, la ricorrenza è stata voluta per ricordare che tante persone sono affette da malattie, anche incurabili, e necessitano di un supporto adeguato, comprese le loro famiglie. Anche quando non è possibile guarire, è sempre possibile prendersi cura, comunicare, ascoltare e mostrare interesse alla persona malata sul piano umano e non solo per la sua patologia. Questo è ciò che fanno medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari, ma anche le famiglie che aiutano i malati a sentirsi parte attiva nella comunità.
l rapporto medico-paziente è una relazione di fiducia e di rispetto reciproco che migliora la qualità di vita del malato grazie al sostegno, la giusta attenzione, l’ascolto dei suoi dubbi, delle sue paure e speranze. «Il malato – spiega il dottore Emilio Vallebona, direttore della Medicina Generale del Policlinico Duilio Casula – è al centro del lavoro di tutti gli operatori sanitari. Il raggiungimento del suo benessere psico-fisico è la nostra missione e dobbiamo offrirgli tutta la nostra competenza perché egli possa intraprendere un percorso di cura che gli garantisca i protocolli diagnostici e le opportunità preventive e terapeutiche più aggiornati e validi sul piano scientifico, nell’ambito della buona pratica clinica».
È fondamentale la comunicazione e rendere partecipi per aumentare la consapevolezza della diagnosi e della terapia cambiando la visione del paziente che affronterà il percorso più facilmente. «La validità tecnico-scientifica del nostro operare deve marciare di pari passo con l’instaurarsi di una empatia, di un rapporto umano che valorizzi il malato come persona sofferente che ha bisogno di aiuto e vicinanza – conclude il dottor Vallebona – e non un mero elemento di casistica. Questo rapporto empatico deve necessariamente coinvolgere anche la sua famiglia, solo così può crearsi reciproca fiducia e quella alleanza tra operatori sanitari e malato che è la base di ogni rapporto di cura».
Il rapporto umano entra nel concetto stesso di cura. La celebrazione della vita e della cura dei malati è un messaggio significativo per tutti, soprattutto per coloro che si fanno carico del compito di assisterli prima di tutto come esseri viventi. Questo giorno, l’11 febbraio, ha lo scopo di sensibilizzare sull’assistenza, il rispetto e il benessere e umanizzare le cure mettendo al primo posto il paziente, occupandosi di lui anche dal punto di vista psicologico e relazionale. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla della salute come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza della malattia. Il contatto umano tra operatore sanitario e paziente ne è la prova.
C.F