Dipendenza dal fumo, patologie e cure

sabato 14 gennaio 2023
Dipendenza dal fumo, patologie e cure

Nel mondo, secondo L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno più di 8 milioni di persone muoiono a causa del consumo di tabacco. La maggior parte dei decessi correlati al fumo si verifica nei paesi a basso e medio reddito. In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti (il 20,6% del totale di tutte le morti tra gli uomini e il 7,9% del totale di tutte le morti tra le donne).

Il tabagismo è l’abitudine o la dipendenza dal fumo di tabacco, rappresenta in tutto il mondo uno dei più grandi problemi di sanità pubblica ed è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie.

Contrariamente al pensiero comune, il fumo non è responsabile del solo tumore del polmone, ma rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva. I fumatori hanno un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto ai non fumatori. Inoltre, una persona che fuma per tutta la vita ha il 50% di probabilità di morire per una patologia direttamente correlata al fumo e la sua vita potrebbe non superare un’età compresa tra i 45 e i 54 anni. Il Center for Disease Control and Prevention - CDC degli USA ha identificato 27 malattie fumo-correlate.

Secondo i dati del “Rapporto sul fumo in Italia”, presentato in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco 2022, quasi un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era mai più stata registrata dal 2006. Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui. Nel 2021, secondo dati ISTAT, i fumatori, tra la popolazione di 14 anni e più, sono poco meno di 10 milioni. La prevalenza è pari al 19%.

Forti sono le differenze di genere: tra gli uomini i fumatori sono il 22.9% tra le donne il 15,3%. Il fumo è risultato più diffuso nella fascia di età tra i 25-44 anni (circa 1 persona su 4). Il tabacco può essere mortale anche per i non fumatori. Si rischia di sviluppare gran parte delle malattie cui è soggetto il fumatore. Quasi la metà di tutti i bambini respira aria inquinata dal fumo di tabacco e 65.000 bambini muoiono ogni anno nel mondo a causa di malattie legate al fumo passivo.

Il periodo in cui buona parte dei fumatori accende la prima sigaretta è l’adolescenza. Sono quindi fondamentali gli interventi educativi che coinvolgano scuola e famiglia, luoghi privilegiati e più competenti per iniziare a educare alla salute e, nello specifico, a prevenire l’abitudine al fumo. Smettere di fumare rappresenta un cambiamento importante nella vita dei tabagisti, ma anche di chi non lo è. Se non si riesce a smettere da soli, la cosa migliore da fare è consulare il proprio medico di famiglia e decidere insieme un percorso di cura. Infatti, è dimostrato che maggiore è il supporto che si riceve, più è alta la probabilità di smettere di fumare in modo definitivo.

Le strategie curative oggi comprendono: terapie farmacologiche e sostegno psicologico. I più recenti dati ISTAT indicano che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto, ma provando in media 6 volte. L’Italia, con l'entrata in vigore della legge 3/2003 “Tutela della salute dei non fumatori”, è stata il primo grande Paese europeo a introdurre una normativa per regolamentare il fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati. Dal 2 maggio del 2000 è inoltre attivo il Telefono verde contro il fumo, l'800-55-40-88, dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità.

C.F

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