Patologie della tiroide, al Policlinico chirurgia all’avanguardia
Le patologie tiroidee hanno un’elevata frequenza in Sardegna, in particolare la tiroidite di Hashimoto ha una delle incidenze più alte al mondo. Ci sono diverse aree di endemia gozzigena e un’elevata frequenza di ipertiroidismo e di carcinomi differenziati. Si stima che il 20-25% della popolazione sarda sia affetta da patologie della tiroide.
In Sardegna vengono effettuati più di mille interventi di tiroidectomia all'anno con un trend in aumento. «Al Policlinico Duilio Casula vengono effettuati circa 400 interventi di tiroidectomia all’anno, di cui almeno 150 tumori – spiega il professor Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia generale Polispecialistica del Duilio Casula – gli interventi eseguiti sono la tiroidectomia totale (asportazione completa della tiroide) e la emitiroidectomia (asportazione di metà della tiroide). La percentuale di quest'ultimo intervento, più rapido, meglio tollerato e con meno rischi è in costante aumento, confermando la tendenza ad interventi sempre più conservativi, anche per tumori maligni di piccole dimensioni».
«L'intervento è ben tollerato e la ripresa molto veloce – continua il professore - seppure raramente si possano avere complicanze come emorragie, alterazioni della voce e la diminuzione del calcio nel sangue. Nel caso di tumori e tiroidi di piccole dimensioni l'intervento può essere eseguito anche per via mininvasiva (MIVAT) con incisioni cutanee di 1,5-3 cm e con un risultato estetico molto buono
La tecnologia ha apportato notevoli progressi negli ultimi anni con l'utilizzo di dispositivi di emostasi a ultrasuoni e radiofrequenze si riduce il rischio di sanguinamento e si velocizza l'intervento. «Il neuromonitoraggio del nervo ricorrente – spiega il professor Calò – consente di individuare e preservare il nervo, che innerva le corde vocali, riducendo le problematiche della voce dei pazienti nel post-operatorio».
È molto importante l'inquadramento preoperatorio del paziente con una diagnosi precisa e corretta, nella prospettiva di un trattamento personalizzato per il singolo paziente; è fondamentale che il paziente sia gestito in centri specializzati e in un contesto in cui il chirurgo lavora con l'endocrinologo, l'anatomopatologo, il medico nucleare, l'otorinolaringoiatra, il radiologo, l'oncologo e l'anestesista; tutto questo per garantire il massimo risultato al paziente con il minimo rischio.
C.F